Conoscere il professor Diego de Castro è come entrare in una biblioteca della nostra storia più recente, quella che ha visto succedersi sulle nostre terre di Austria, Italia, Jugoslavia e Slovenia. Ed è certamente strano, quasi inusuale sentire parlare in prima persona di fatti e di cose oramai passate nei libri di storia. I suoi però non sono ricordi comuni, ma sono i ricordi di uno dei protagonisti di una delle pagine più interessanti e controverse del nostro tempo. Diego de Castro fu infatti Consigliere presso il Governo Militare Alleato e rappresentante diplomatico dell'Italia dal 1952 al 1954, ovvero di quelli che furono per le nostre terre gli anni chiave per la definizione dei confini dopo la seconda guerra mondiale.
Ricordarlo però soltanto per la sua azione diplomatica sarebbe certamente riduttivo. La sua vita è stata, ed è tuttora, indissolubilmente legata all'Università, tanto che alla fine del suo insegnamento attivo il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, gli ha conferito il titolo di Professore Emerito. Diego de Castro è certamente uno dei più grandi statistici italiani. E' stato autore di innumerevoli saggi sull' argomento ed è notissimo nell' ambito scientifico per il contributo dato nel suo campo.
Tutto ciò però serve a ben poco se si vuole tratteggiare anche sommariamente la figura di Diego de Castro. Forse per caratterizzarlo meglio varrà dire che Diego de Castro contemporaneamente appartiene al nostro tempo ed è ad esso alieno. La sua lucidità di pensiero, la sua coerenza, la sua vastissima cultura quasi enciclopedica lo collocano certamente molto lontano dai rappresentanti del mondo della cultura e della scienza moderna più legati all'apparire che all'essere. D'altra parte la sua capacità di analisi della società contemporanea, quella di concepire soluzioni ed a volte di precorrere i tempi, lo fanno essere un Uomo del nostro tempo. Uno dei pochi che merita la "U" maiuscola.

* Da: Lasa Pur Dir, agosto 1997, Pirano, Edizioni Il Trillo, pag. 5