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Diego de Castro nasce a Pirano (Istria) il 19 agosto del 1907, discendente da una famiglia che per oltre un millennio ha abitato il Castrum Pyrrhanense.
Del capostipite, Venerio de Augusto de Castro Pirano, si trova già traccia in documenti ufficiali datati 933, ma una ricostruzione storico-genealogica inizia con Ottaviano de Castro da Pirano d'Istria, nato intorno al 1430.
A Pirano de Castro frequenta i primi anni della scuola elementare. In seguito la famiglia si trasferisce a Salvore. Nel 1925 il de Castro conclude gli studi a Trieste conseguendo la maturità classica, ma oltre a questa preparazione culturale egli porta già con sé un importante bagaglio di ricordi e di esperienze, a volte anche difficili o tragiche, vissute durante gli anni trascorsi a Salvore - uno dei punti strategici più importanti del fronte italo-austriaco durante il primo grande conflitto mondiale - e poi a Trieste.
I suoi studi proseguono a Roma, dove frequenta la Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1927 pubblica il suo primo lavoro scientifico nel "Bollettino dell'Istituto statistico-economico" della Regia Università di Trieste (L'attrazione matrimoniale tra individui di uguale religione a Trieste (1904-1925). Si laurea nel 1929 con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi sull'impostazione teorica della statistica giudiziaria penale che viene pubblicata nel volume XXIV degli "Annali di Statistica". In seguito partecipa ad un concorso interno all'Università di Roma e diventa assistente di materie economiche accanto allo statistico Rodolfo Benini, ed intanto frequenta i corsi della "Scuola di statistica" (non esisteva ancora la Facoltà di statistica). Nella sessione del 1931 consegue la libera docenza in statistica ed il 16 Novembre di quell'anno diventa professore incaricato nella Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Messina, poi insegna per un anno nell'Università di Napoli. Contemporaneamente assume l'incarico di Consulente del servizio economico, per la sede di Roma della Confederazione lavoratori industria. Incarico che manterrà fino al 1943.
Dal 1932 al 1935 lavora presso l'Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Torino (poi divenuta Facoltà di Economia e Commercio) e presso la Facoltà di Giurisprudenza della stessa città. Nel 1937 prende servizio come professore ordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio di Torino, dove insegnerà anche Demografia. In quella Facoltà, nel 1938, fonda l'Istituto di Statistica che dirige fino al 1972. Questo Istituto, in tempi recenti, con la costituzione dei dipartimenti, è stato trasformato in "Dipartimento di statistica e matematica applicata alle scienze umane Diego de Castro".
Il suo nome è quindi ancora oggi presente nello storico palazzo di Piazza Arbarello, ma soprattutto nelle menti di tutti coloro che in quelle aule, e non solo, ebbero la possibilità di ascoltare le sue lezioni durante le quali rendeva palese quella curiosità intellettuale che costituiva una delle grandi doti del suo ingegno.
Dopo aver insegnato a Torino per 37 anni, si trasferisce a Roma nella Facoltà di Economia e Commercio. In quella Facoltà insegnerà Statistica e Demografia per altri dodici anni. Lascia l'insegnamento universitario per raggiunti limiti di età nel 1982, con alle sue spalle un cinquantennio di attività didattica e scientifica. Nel 1983 il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, lo nomina professore emerito.
L'assiduo impegno nella ricerca scientifica e nella didattica lo portano a diventare, alla fine degli anni trenta, socio della Società italiana di economia demografia e statistica, della quale fu anche presidente, e socio dell'Istituto Italiano di antropologia per il quale ricoprirà la carica di vice-presidente. Nel 1946 viene nominato Fellow della Royal Statistical Society di Londra; in seguito diventa socio onorario della Società Italiana di Statistica e dell'Istituto per la Storia dei Risorgimento Italiano, inoltre è membro titolare a vita dell'Istituto Internazionale di Statistica.
Dal 1927 al 1997 ha scritto numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della statistica demografica, economica, sociale, docimologica, sindacale e giudiziaria. In quest'ultimo campo, del quale si occupò sin dal 1934 con la stesura di un testo sui Metodi per calcolare gli indici di criminalità (che allora venne giudicato come il migliore esistente), il de Castro è stato ritenuto il più esperto studioso italiano di statistica giudiziaria penale, di statistica della criminalità e della criminosità.
Dal 1941 al 1981 ha collaborato con il quotidiano torinese "La Stampa" scrivendo oltre 400 articoli. Negli anni dell'immediato dopoguerra ha scritto anche per "Il Giornale di Trieste", e dal 1952 collabora con "Il Piccolo" di Trieste.


Il de Castro benchè profondamente legato all'Università, durante la sua vita ha sviluppato anche un importante percorso rivolto all'attività diplomatica che prende l'avvio quando le vicende belliche interrompono forzatamente la sua attività scientifica e didattica.
Nella primavera del 1941 viene richiamato alle armi. Avendo possibilità di scelta dell'arma - poiché all'epoca non aveva prestato alcun servizio militare essendo figlio unico di madre vedova - prende servizio in Marina come tenente di commissariato, ma non viene imbarcato bensì incaricato della segreteria del Comitato interministeriale dei prezzi. In seguito, le vicende politico-militari del paese coinvolgono il de Castro.
Verso la fine del 1943 diventa membro del Comitato giuliano di Roma e rientra in forza presso il Ministero della Marina. Il governo italiano nel 1946 gli affida incarichi legati alla preparazione del Trattato di pace. Viene inviato in Inghilterra e negli Stati Uniti. Dal luglio del 1952 all'aprile del 1954 è rappresentante diplomatico dell'Italia presso il Governo Militare Alleato a Trieste e Consigliere politico del Comandante della Zona angloamericana, generale John Winterton. Per Austria, Italia, Jugoslavia e Slovenia sono anni chiave a causa del problema legato alla definizione dei confini dopo la seconda guerra mondiale. De Castro può essere considerato uno dei protagonisti di una delle pagine più interessanti e controverse del nostro tempo, e uno dei massimi esperti dei problemi dei confini orientali italiani. Egli ben conosce i sentimenti, le reazioni, le speranze, le illusioni degli italiani di Trieste e dell'Istria o talvolta dell'Italia intera.
Sulle vicende di quegli anni de Castro ha scritto 5 libri e numerosissimi articoli su giornali e riviste. In particolare due libri costituiscono quanto di più completo e dettagliato sia mai stato scritto sull'azione politica e diplomatica italiana dal 1943 al 1954: Il problema di Trieste. Genesi e sviluppi della questione giuliana in relazione agli avvenimenti internazionali (1943-1952) pubblicato nel 1953, e La questione di Trieste. L'azione politica e diplomatica italiana dal 1943 al 1954, pubblicato nel 1981. In quest'ultimo libro egli, fondendo sapientemente aneddoti, riflessioni e ricostruzioni fedeli di avvenimenti cruciali - specialmente per quanto riguarda gli anni quaranta e cinquanta, l'epoca del cosiddetto "problema di Trieste" -, ripercorre, alla luce della sua lunga e ricca esperienza personale, un secolo di vicende difficili e controverse specie per Trieste e l'Istria, terre profondamente segnate dalla prima e seconda guerra mondiale, verso le quali egli ha riservato sempre un appassionato impegno, sia come diplomatico sia come storico.
Attento osservatore di eventi, il de Castro ha voluto lasciare una dettagliata e lucida testimonianza nel suo libro Memorie di un novantenne, Trieste e l'Istria, condensa questi ricordi, quelli degli anni anteriori alla prima guerra mondiale trascorsi a Pirano, e tantissimi altri a testimonianza della sua intensa attività diplomatica svolta durante la seconda guerra mondiale. E in chiusura scrive: "Se un essere umano ha partecipato a eventi storici, da privato o da persona investita di una qualche responsabilità pubblica, finisce talvolta per cadere in una quasi autobiografia descrivendo fatti della propria vita come campioni, purtroppo non statisticamente casuali, della vita in genere". (….) "In questi ultimissimi tempi, ormai nonagenario, sono venuto a conoscenza di un proverbio arabo che dice essere la morte di un vecchio uguale alla morte di una biblioteca. Così mi sono accorto che sono un po' anch'io, una biblioteca che sta morendo. Confrontando la cultura mia e quella dei miei colleghi di un tempo, confrontando l'esperienza mia e quella di coloro che sono con me vissuti in tempi più difficili degli odierni, posso constatare che i giovani di oggi approfondiscono molto di più di noi singoli argomenti, ma hanno perduto quella visione, da un lato scientifica, dall'altro pratica o politica, ben più generale e meno profonda che era propria della nostra cultura e del nostro modo di pensare e di agire. Il racconto che avete letto - e vorrei definirlo appunto racconto - costituisce quindi un tentativo di non distruggere totalmente quella biblioteca che solo recentemente mi sono accorto di essere".



La sua capacità di analisi della società contemporanea, quella di concepire soluzioni ed a volte di precorrere i tempi, la lucidità di pensiero, la coerenza, la sua vastissima cultura e la sua profonda competenza in tutti i settori economici italiani, lo hanno portato ad essere considerato tra i più grandi statistici italiani. Numerosi sono stati i riconoscimenti ufficiali di merito per la sua lunga attività scientifica e didattica, nonché per il grande apporto diplomatico da lui dato all'Italia sulla questione di Trieste negli anni del dopoguerra. Ne citiamo solo alcuni: Diploma di Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Scuola della Cultura e dell'Arte 1965, San Giusto d'Oro Trieste 1981, San Giorgio d'Oro Comunità degli Italiani "Giuseppe Tartini" di Pirano, nel 1981 e nel 1993.
La Comunità degli Italiani "Giuseppe Tartini" di Pirano - città dove il de Castro trascorse la sua infanzia, e da lui molto amata - nel 1993 gli ha intitolato la propria biblioteca, che attualmente dispone di un patrimonio librario di circa 4.200 libri. In futuro accoglierà anche i circa 10.000 libri ( in gran parte di statistica) della biblioteca personale del de Castro, diventando così un importante punto di riferimento culturale per gli esperti del settore di tutta Europa.
L'Istituto per la Storia del risorgimento italiano, nel 1997 ha voluto nominare il de Castro socio onorario del Comitato di Trieste e Gorizia, in considerazione degli altissimi meriti quale studioso e massimo esperto nel campo della storia triestina, istriana e giuliana.




Lontano dalla vita accademica, ma non per questo disinteressato ad essa, e in particolar modo desideroso di dare impulso allo studio e alla ricerca scientifica, con grande mecenatismo egli ha voluto costituire la "Fondazione Franca e Diego de Castro" che lega i due poli universitari di Torino e Trieste. Tra gli scopi primari della Fondazione, emergono l'elargizione di borse di studio e finanziamento di progetti di ricerca.

Diego de Castro è morto il 13 giugno 2003 a Roletto (Pinerolo) ed è stato sepolto nel cimitero della città di Pirano.

Rosanna Panelli

A tale proposito si veda: Diego de Castro, Breve storia della mia famiglia , in Cognomi del Comune di Pirano, "Lasa Pur Dir", n. 11, Edizioni Il Trillo, Pirano 1996, pp. 3-19. Inoltre: Marino Bonifacio, Cognomi del Comune di Pirano, cit., pp. 20-24, pp.67-82.

 

Diego de Castro, Il problema di Trieste. Genesi e sviluppi della questione giuliana in relazione agli avvenimenti internazionali (1943-1952), Cappelli, Bologna, 1953, pp. 680.

 

Diego de Castro, La questione di Trieste. L'azione politica e diplomatica, dal 1943 al 1954, Lint, Trieste, 1981, vol. I, pp. 956, vol. II pp.1112.

 

Diego de Castro, Memorie di un novantenne. Trieste e l'Istria, MGS Press, Trieste, 1999, pp.262.

 

Flavio Forlani, Intitolata a De Castro la biblioteca piranese, in "La voce del popolo", 16 Giugno 1997.